LBA | Playoff - Semifinali / Gara 2: Le insaziabili e i due trascinatori
- La Pagina Del Cestista
- 26 mag 2021
- Tempo di lettura: 2 min
MILANO-VENEZIA: 99-65
Abbiamo definito Milano “insaziabile”, durante questa stagione. E in attesa del “grande buffet” di Colonia, l’antipasto arriva contro Venezia. Match a senso unico per tutta la partita: il primo quarto ha visto Venezia andare in vantaggio sul 4-7 dopo i primi minuti e fermarsi lì. Un caldissimo Delaney spara a canestro due triple ed è lucidissimo dai liberi, che gli valgono 12 punti nel solo primo quarto. L’Olimpia dà l’impressione di divertirsi e a turno, Rodriguez, Shields e Datome regalano giocate per gli spettatori del Forum. Menzione speciale anche per Roll (12 punti). Insomma se tutto è girato bene a Milano, per Venezia non si può dire di certo la stessa cosa. Contando anche le stanchezze dei quarti di finale, i ragazzi di De Raffaele non riescono a risalire la china, complici anche le sole 4 triple realizzate su 27 tentativi (14.8%). Provano a far qualcosa solo Watt e Daye, per il resto grande delusione. Il finale è di 99-65 con la serie che va sul 2-0. Un grosso in bocca al lupo a Milano per l’Eurolega.
BRINDISI-VIRTUS BOLOGNA: 74-83
Molto più equilibrata la sfida del PentaPassuglia, portata a casa dalla Virtus per 74-83. Le due squadre si battono e si rispettano nel primo tempo, chiuso sul 38-39 in favore degli ospiti. Nel secondo tempo, vengono fuori (ancora una volta) i due fuoriclasse, Belinelli e Teodosic, trascinatori con sedici punti totali a testa, utili per lo più nel terzo quarto. Aiutati, questa volta da Giampaolo Ricci, decisivo nel quarto quarto e autore di una doppia doppia con 15 punti e 11 rimbalzi. Brindisi (sotto 0-2 nella serie con gara 3 da giocare a Bologna) ritrova un ispirato Harrison, con 16 punti, il quale però deve ritrovare lo smalto dall’arco. Bene anche Perkins e Willis, che chiudono rispettivamente con 15 e 12 punti. Tuttavia, questi numeri servono a ben poco a Brindisi, che dovrà fare ora un’impresa per recuperare nella serie.
Testo: Francesco Scanu
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