top of page
  • Instagram
  • Facebook

ATLANTA HAWKS: Ora dove si vuole andare?

  • Immagine del redattore: La Pagina Del Cestista
    La Pagina Del Cestista
  • 5 mar 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Sono passati pochissimi giorni dal cambio sulla poltrona di Head Coach per gli Hawks, che hanno scelto Nate McMillan per guidarli. La domanda adesso è una: guidarli dove?


Le ambizioni di Atlanta sembrano di livello e lo si è visto nell’offseason, con le firme di due giocatori esperti come Danilo Gallinari e Rajon Rondo e l’aggiunta di un tiratore come Bogdan Bogdanovic, tutti ad affiancarsi ad un ormai sempre più costante Trae Young ed a Clint Capela.


Riprendiamo proprio dagli ultimi due nomi citati. Young sta emergendo sempre più come il motore offensivo della squadra: i suoi 26,2 punti a partita lo rendono un giocatore temibile dal punto di vista offensivo. Inoltre, sembra aver trovato una buonissima intesa con Capela e spesso i due viaggiano bene insieme sul campo, soprattutto per quanto riguarda i tagli improvvisi dello svizzero durante le penetrazioni di Young, che si concludono spesso con degli alley-oop vincenti.


John Collins è un altro giocatore estremamente interessante nel roster della franchigia della Georgia. L’ala proveniente da Wake Forest assicura grande esplosività abbinata ad una buona mano al tiro, caratteristiche che lo rendono un giocatore temibile offensivamente, in grado di viaggiare a 18 punti di media e poco meno di 8 rimbalzi a partita.


Ora, presentati gli ingredienti, serve capire dove vogliono andare gli Hawks e soprattutto quando. La prima risposta è abbastanza scontata, la dirigenza di Atlanta vuole i playoff e non vuole parteciparvi da semplice comparsa. Il front office sta costruendo la squadra intorno a Young ed i colpi di mercato (seppur non giganteschi, ma comunque interessanti) della scorsa offseason vogliono essere un segnale per Trae, per dimostrargli che si fa sul serio e non indurlo a “guardarsi intorno”.


Il ruolo di Capela non dovrebbe essere in discussione, così come quello di Bogdanovic (proprietario di un quadriennale da 72 milioni). La sfida per McMillan sarà quella di lavorare con Young per renderlo un organizzatore di gioco più efficiente. Young è un buon passatore (lo testimoniano i 9,5 assist a partita), ma deve evolversi per non essere più un mero smistatore di palloni, deve rappresentare maggiormente il centro organizzativo della squadra.

Al fine di raggiungere quel risultato, Young dovrà imparare a limitare le sue giocate “in solitaria” ed imparare meglio a gestire tutta la fase offensiva, sua e della squadra.

Gestire tanti palloni ha un lato positivo ed uno negativo. Certamente gli rende più facile entrare in ritmo, ma è un’arma a doppio taglio per quanto riguarda la possibilità di essere messo in ritmo nelle serate in cui c’è il proverbiale coperchio sul canestro.


La strada attraverso la quale McMillan deve guidarlo è quella dell’allontanarsi un po’ dalla furia offensiva, guardare tutto un po’ più “dall’alto” e giocare con meno ferocia e più calcolo.


La direzione presa dagli Hawks è abbastanza chiara: vogliono vincere mentre stanno costruendo una squadra che li possa far veleggiare per almeno 4-5 anni. La scelta è difficile, la sua realizzazione anche, ma le carte in tavola per divertirsi le hanno potenzialmente (quasi) tutte.


Testo: Matteo Moggi

コメント


  • Instagram
  • Facebook

© 2020 La Pagina del Cestista | Testata registrata presso il Tribunale di Sassari n°8397/2019  | Direttore Responsabile Federica Senes

bottom of page