NBA: Quarta vittoria consecutiva per Nets e Nuggets
- La Pagina Del Cestista
- 2 apr 2021
- Tempo di lettura: 4 min
Il recap delle 7 partite della notte comincia da Cleveland, dove Philadelphia vince sul campo dei Cavs per 114-94. Cleveland se l'è giocata fino alla fine del primo tempo ma nel secondo è emersa la differenza dei valori delle due squadre, con la difesa di Philadelphia che concede solo 38 punti all'attacco dei padroni di casa. Top scorer della gara Milton con 27 punti, seguito dai 19 di Curry, mentre per i Cavs ci sono i 24 di Sexton ed i 16 di Wade.
Altra gara senza storia è quella tra Washington e Detroit, solo che a differenza di quella sopra i Wizards manco ci provano, chiudendo sotto di 19 già nel primo tempo. La gara scorre fino al termine senza particolari sussulti, con i Pistons capaci di mantenere il vantaggio acquisito e chiudendo col punteggio di 120-91. Massimo stagionale per Jackson che chiude con 31 punti, seguito dai 13 e 11 rimbalzi di Plumlee per Detroit, dall'altra parte troviamo Westbrook che mette a segno un'altra tripla doppia da 16 punti, 12 assist e 11 rimbalzi, con Lopez che ne aggiunge altri 16 dalla panca.
Stesso copione delle due gare sopra nella partita tra Brooklyn e Charlotte. In questo caso addirittura basta solo il primo quarto, chiuso sul 32-11 per i Nets, ad ipotecare la vittoria. Jeff Green gioca una bella partita chiudendo con 21 punti, di cui 12 solo nel primo quarto, Irving ne aggiunge 15 con 11 rimbalzi ed 8 assist ed al debutto Aldridge gioca già una ottima partita, segnando 11 punti e catturando 9 rimbalzi in 30 minuti. Per gli Hornets, ancora saldamente dentro alla zona playoff, 13 punti a testa per Hayward e Graham e 12 per Rozier.
Gara decisamente più intensa quella tra Miami e Golden State, che si risolve solo nel quarto periodo. I ragazzi di Spoelstra hanno provato la fuga a più riprese, sia nel primo che nel terzo quarto, ma è solo nell'ultimo che il tentativo è quello buono, visto che i Warriors non hanno mai mollato la presa in precedenza; termina così 116-109, con il debutto di Oladipo in canotta Heat a suggellare il tutto. Miami, che ha 22 punti e 8 rimbalzi da Butler, 21 di Robinson e 20 di Herro in uscita dalla panca, sfrutta le 20 palle perse dai Warriors che fruttano 27 punti, correndo anche di più e meglio, 15-5 il saldo nei punti in contropiede. Per i Warriors invece solo 3 uomini in doppia cifra, Curry con 36 e 11 rimbalzi, Wiggins a quota 23 e Green con 16 punti, 10 rimbalzi e 8 assist.
La partita più combattuta della notte però si gioca in Texas, dove tra San Antonio e Atlanta servono ben due tempi supplementari per decidere chi ha la meglio. Gli Hawks infatti conducono per larghi tratti dell'incontro e sembrano avere in mano la situazione, ma mai dare per morti gli Spurs, che infatti nel quarto periodo si riportano a contatto e si giocano il finale punto a punto. Murray a 15 secondi dal termine trova il gioco da 3 punti che riporta i suoi a -1, e sull'azione successiva commette fallo su Young, che inopinatamente fa 1 su 2 ai liberi, dando così la possibilità di un tiro da due per pareggiare la partita, cosa che con un principe del mid-range come DeRozan accade puntualmente. Nel primo overtime Young cerca di rifarsi dell'errore segnando 7 dei 9 punti dei suoi, ma ad un minuto dal termine Gay segna la tripla del 119 pari, punteggio che resterà fino alla sirena. Si va così al secondo overtime, dove Atlanta riesce a scappare sul +6, ma i liberi di DeRozan ed un'ulteriore tripla di Gay riportano gli Spurs a contatto. Per l'azione offensiva in uscita dal time out gli Hawks estraggono il numero 8 di Gallinari come bersaglio designato, che manda a segno la tripla che ricaccia gli Spurs indietro e sigilla di fatto la partita. I liberi successivi di Young servono solo a fissare il punteggio sul 134-129 finale. Tre uomini a quota 28 per Atlanta nel tabellino finale, ovvero Bogdanovic, Young, con l'aggiunta di 12 assist, e Capela con 17 rimbalzi, mentre il Gallo ne aggiunge 16 con 12 rimbalzi dal pino. Per i texani invece 36 e 9 assist per DeRozan, 29 per White, 16 per Murray e 18 di Gay in uscita dalla panchina.
Altra gara terminata ai supplementari è quella tra Orlando e New Orleans, anche se qui ne è bastato uno solo. I Magic, nonostante una pessima serata nel tiro da fuori col 20% finale, hanno avuto la possibilità di vincerla nei 48 minuti, ma si sono fatti raggiungere da una tripla di Alexander-Walker a 44 secondi dal termine che ha fissato il punteggio sul 101 pari. Nel supplementare è proprio la stesso numero 6 dei Pelicans ad illudere i suoi segnando 5 punti in fila che davano l'impressione di poterla portare a casa, ma i Magic post scambi sono una squadra che non si arrende facilmente, ed infatti toccano nuovamente la parità a quota 109. Dopo l'errore di Alexander-Walker dall'altra parte Ross invece non sbaglia, mandando i suoi avanti, Walker fa 1 su 2 ai liberi mentre Wendell Carter è glaciale in entrambe i viaggi dalla lunetta, fissando il risultato sul 115-110 definitivo. Proprio Carter è il migliore dei suoi con 21 punti e 12 rimbalzi assieme a Ross che ne aggiunge 19, mentre per i padroni di casa, che perdono ben 24 palloni, non bastano i 31 di Alexander-Walker ed i 17 di James Johnson.
Denver si conferma squadra ostica da digerire per i Clippers, che vengono battuti a domicilio da Jokic e compagni col punteggio di 101-94. I Nuggets per tre quarti della gara hanno avuto in mano il pallino della situazione abbastanza agilmente, viaggiando sempre sul vantaggio in doppia cifra. Nel quarto periodo però i Clippers non ci stanno, e mettono a segno un parziale di 11-0 che li riporta si a contatto, ma mai a sopravvanzare gli avversari. Murray, Jokic e Porter infatti chiudono la porta in faccia ad LA con una serie di canestri consecutivi, scrivendo la parola fine alla contesa. La differenza principale della gara è nel tiro da fuori, dove Denver chiude col 52% rispetto al 29% dei padroni di casa. Ottime partite per Murray con 23 punti e Porter a quota 20 da una parte, mentre LA ha solo Leonard, George e Mann in doppia cifra, rispettivamente 23, 17 e 18 punti.
Testo: Andrea Brigati
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